FAMIGLIA ASPARAGACEAE
Famiglia cosmopolita con un numero di specie (circa 2250) fra le più numerose all'interno delle Monocotiledoni; vi affluiscono soprattutto piante erbacee perenni (in Italia soprattutto geofite rizomatose che producono polloni), suffrutici e cespugli (o alberelli); nella subfamiglia Asparagoideae le foglie sono ridotte a squame o scaglie non evidenti e sostituite da rametti trasformati in forma fogliare (detti cladodi); il fiore, ± lungamente pedicellato, è costituito da 6 tepali saldati in basso a tubo o a campana. Le specie della Famiglia hanno aspetto assai vario, soprattutto le foglie, comunque in genere hanno fiori a 6 tepali (da completamente fusi a liberi), 6 stami, a volte presentano brattee squamiformi e i frutti sono rappresentati da capsule o bacche a semi neri o bruni.
Anthericum liliago L., (Liliagine), presente al Bargo, fiore e (a) infiorescenza
Graziosa pianticella perenne, a fusto alto fino a 60 cm e sottile; su questo sono inseriti grandi fiori a 6 petali bianchi; le foglie, lineari, sono alte circa come il fusto.
Asparagus acutifolius L., (Asparago selvatico), presente al Bargo, fiori e foglie.
Il genere Asparagus è costituito da piante erbacee o legnose, a foglie ridotte a scaglie, alla cui ascella nascono rametti sterili (cladodi) che simulano foglie filiformi; sono piante dioiche, poligame o ermafrodite, a piccoli fiori, rapidamente caduchi, costituiti da un perianzio a 6 tepali saldati in basso; i frutti sono bacche di colore rosso o nero a maturità.
A. acutifolius: pressoché tutti conoscono l’asparago; molti apprezzano, dal punto di vista gastronomico, più quello selvatico che quello coltivato per il sapore più intenso. E' pianta a fusti legnosi, prostrati e lunghi fino a 150 cm; dalla radice nascono i turioni che ne rappresentano la ricercata parte commestibile; i cladodi, che ricoprono i rametti in fascetti di 5-12, sono persistenti, aghiformi e pungenti; i fiorellini, inseriti solitari o a coppia fra i cladodi, sono piccoli e giallo-verdastri; il frutto è una piccola bacca, nera a maturità e contenente 1 o 2 semi.
Asparagus officinalis L., (Asparago coltivato), presente alle Cascine, fiori e foglie
A. officinalis: le piantine di asparago coltivato presenti alle Cascine, probabilmente sono retaggio di antiche coltivazioni. Si distingue dal precedente soprattutto per il fusto erbaceo e non legnoso, i cladodi più sottili (setacei), i turioni più robusti , di maggiori dimensioni e di sapore più dolce (!?), infine per le bacche rosse a maturità e contenenti diversi semi.
Bellevalia romana (L.) Sweet, (Giacinto romano), presente alle Cascine, la pianta e (a) l’infiorescenza.
Specie di ambienti erbosi umidi, che si caratterizza per le lunghe foglie verde-glauche ed i fiori, di colore bianco sporco, riuniti in infiorescenze cilindriche lasse all'apice del fusto. La pianta è dotata di un grosso bulbo ovale ed è alta 20-50 cm.
Muscari comosum (L.) Mill., (Lampascione, Cipollaccio), presente alle Cascine e al Bargo, la pianta e (a) l’infiorescenza.
La specie è denominata anche Leopoldia comosa, infatti era stata dedicata da uno dei maggiori botanici italiani - Parlatore - a Leopoldo II di Toscana, in omaggio alla sua lungimiranza e amore per la cultura e le scienze. Il suo grosso bulbo (piriforme, bruno-rossastro, di 3-4 cm di diametro) è utilizzato a fini alimentari, ma solo da chi ama il sapore particolarmente amaro. Il termine comosum (munito di chioma) è riferito al ciuffo di fiori sterili presente al culmine della sua infiorescenza, distinguendola così dalla maggior parte delle altre specie congeneri. E' pianta erbacea alta 20-60 cm, a fusto eretto, 3-5 foglie lineari (larghe 5-15 mm) nascenti dal bulbo ed inferiori al fusto; i fiori, a perianzio lungo circa 8 mm e violaceo, sono riuniti a formare un racemo terminale cilindrico o a piramide che si allunga a maturità.
Ornithogalum divergens Boreau, (Latte di gallina), presente alle Cascine e al Bargo, infiorescenze e foglie
Il nome italiano e quello latino (ornis = uccello e gala = latte) hanno analogo significato; per alcuni questa denominazione è legata al fatto che in epoche remote i suoi bulbi e bulbilli bianchi venivano utilizzati come mangime per le galline. E' specie perenne alta 15-40 cm, con bulbo ovale circondato da numerosi bulbilli; l'infiorescenza si presenta in forma di corimbo lasso all'apice del fusto, ed è costituita da fiori più o meno numerosi a 6 tepali bianchi e pedicelli disuguali.
Prospero autumnale (L.) Speta, (Scilla autunnale), presente alle Cascine e al Bargo, infiorescenza (foto di B. Pierini) e (a) frutti.
Graziosa pianticella che fiorisce in autunno. Il suo bulbo contiene sostanze analoghe alla digitale, con effetti cardiotonici e antiaritmici sull’uomo; a dosaggi di poco superiori a quelli terapeutici il suo utilizzo può divenire molto pericoloso!! Ha fusto eretto, esile, alto 10-30 cm; le foglie, da 5 a 10, compaiono dal bulbo dopo la fioritura ed hanno forma lineare; i fiorellini, a perianzio lungo circa 1/2 cm e blu-violaceo, sono riuniti in racemo terminale con pedicelli privi di brattea.
Ruscus aculeatus L., (Pungitopo), presente alle Cascine e al Bargo, parte aerea della pianta
Pianta natalizia di buon auspicio, era utilizzato già in epoca greco-romana a fini terapeutici, in particolare nell’insufficienza venosa e nelle emorroidi. E' specie perenne a rizoma strisciante e fusti legnosi, nudi in basso, eretti e ramosi in alto, alta fino a 80 cm; i cladodi sono rigidi ed hanno forma ovato-lanceolata, acuti e pungenti all'apice; al centro di essi si inseriscono isolati i piccoli fiori violaceo-verdastri (2,5 mm di diametro) sottesi da una piccola brattea; il frutto è una bacca globosa (di circa 1 cm) di un bel colore rosso brillante a maturità.