Soffici combattente (2015-16)
Tempo verrà…di guerra. Soffici combattente 1915-1918
Una mostra a cura di Luigi Cavallo
Il Museo Ardengo Soffici e del ’900 italiano, nell’ambito del progetto “Ti porto al museo", ha dedicato tra il 2015 e il 2016 una mostra documentaria al Soffici combattente nella Grande Guerra.
Soffici in marcia con una compagnia di fanti ritagliata 1917
Nel crogiolo della rivista d’avanguardia Lacerba (edita da Vallecchi, Firenze, dal 1913) il pensiero di Soffici si manifestò fin dal 1914 con forte impulso interventista.
Nel numero del 1° ottobre 1914, pubblicato in prima pagina, «Appello», destinato agli «Italiani intelligenti!», nel quale si sollecita «La guerra contro l’Austria-Ungheria».
E i compagni di allora, Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, sono concordi in questo slancio sintetizzato in una cartolina che inviano a Soffici (20 dicembre 1914) con il motto «Marciare non marcire» campeggiante su «La Bandiera Futurista» che ha la striscia verde uguale a quella bianca e la parte rossa tre volte più ampia, un’interpretazione del tricolore esaltato nei significati del rosso: ardire e coraggio.
Nel 1915 le edizioni Lacerba pubblicano Almanacco della guerra, redatto da Soffici, Papini, Palazzeschi, Tavolato e altri, con disegni di Ottone Rosai.
Soffici riceve dall’amico poeta Apollinaire, artigliere dell’esercito francese, il primo esemplare del fascicoletto in venticinque copie Case d’Armons, velocigrafato al fronte.
Nel dicembre Soffici, che ha fatto domanda di arruolamento come volontario, a trentasei anni, è richiamato e destinato a Pistoia, sottotenente di prima nomina, 83° Reggimento di fanteria.
Giacca militare di Soffici
Inizia così l’itinerario del Soffici combattente: nel maggio 1916 il suo battaglione di fanteria è mandato a Udine, da lì prosegue per il fronte.
Nel giugno 1917 viene ferito alla testa – ne scrive un racconto, «Errore di coincidenza» (in Rete Mediterranea, 1920). Nell’agosto partecipa alla battaglia del Monte Kobilek ed è ferito all’occhio sinistro. Riceve la medaglia di bronzo. Kobilek è argomento del suo più noto libro di guerra (edito nel 1918, Libreria della Voce).
In ottobre-novembre, trasferito al Comando della 2a Armata, è coinvolto nella rotta di Caporetto (27 ottobre). Queste vicende racconta nel libro La ritirata del Friuli (1919, Vallecchi, Firenze).
Il 23 marzo 1918 gli è conferita la Croce al Merito di Guerra. In quest’anno, 7 aprile, fonda e dirige La Ghirba, giornale dei soldati della 5a Armata.
Dal giugno è al Comando della 9a Armata, Zona di guerra, fino alla conclusione del conflitto; viene congedato nell’aprile 1919.
L’impegno nella difesa e nella propaganda dei valori ideali che vennero espressi in quella tragica prova dal popolo italiano, Soffici tenne sempre presente in tutto il corso della sua esistenza, protagonista e interprete di fatti che mutarono il corso della storia.