FILIPPO MAZZEI
Illuminista tra due rivoluzioni, ma anche chirurgo, mercante e scrittore
Un uomo dalle tante vite vissute in dieci paesi di tre diversi continenti: chirurgo a Firenze, Costantinopoli e Smirne, mercante a Londra, agricoltore e attivista liberale in Virginia, scrittore e diplomatico a Parigi, consigliere del re a Varsavia, amico dei primi cinque presidenti degli Stati Uniti. Filippo Mazzei ha rivestito più ruoli e si è trovato al centro di ben due rivoluzioni, quella americana e quella francese, facendosi portavoce non solo delle idee e valori dell'illuminismo ma anche del Made in Italy.
Tutto parte da Poggio a Caiano, dove Mazzei vede la luce il 25 dicembre 1730. Studi classici e poi medicina all’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, città nella quale entra probabilmente già in contatto con la massoneria che lo aiuterà a costruire la sua rete di rapporti e la sua carriera. Si trasferirà a Pisa e a Livorno, dove esercita l'attività di chirurgo, poi a Smirne e infine a Londra per occuparsi con successo della vendita di vini e olio e dove soprattutto entra in contatto, diventandone amico, con Thomas Adams e Benjamin Franklin. Saranno proprio quest'ultimi a convincere Mazzei ad andare in America per unirsi alla loro battaglia politica.
Stabilitosi in Virginia nel 1773, prima di dedicarsi interamente alla causa dell'indipendenza delle colonie americane, Mazzei tenta di portare un pezzo di Toscana (e di Italia) in America. E' fermamente convinto che sul suolo americano sia possibile impiantare una serie di coltivazioni, vino e olio per primi. L'impresa si rivelerà un fallimento, ma i prodotti che il poggese porta con sé in America sono un primo esempio di export e promozione del Made in Italy.
Ben presto Mazzei dedicherà gran parte delle sue energie alla lotta politica per l'indipendenza delle colonie. In America diffonde le idee di Rousseau, frequenta i circoli liberali, scrive sulla Virginia Gazette e diventa uno degli araldi della rivoluzione. Adams e Franklin gli presentano Jefferson, di cui diventerà grande amico, e Washington. Con i suoi scritti contribuirà inoltre alla rivoluzione e alla stesura della Dichiarazione d'indipendenza; scrive (in francese) il primo trattato di geopolitica degli Stati Uniti e la storia delle prime 13 colonie inglesi (volumi tradotti e pubblicati in più paesi).
Il rientro in Europa lo vede impegnato a Parigi nel 1785 come corrispondente (una via di mezzo tra ambasciatore e spia) del re riformatore Stanislao Augusto Poniatowski di Polonia. Diventerà così testimone della Rivoluzione francese, che descriverà in lettere e libri. E' un fine analista della Rivoluzione ma anche un attivista del club moderato Società del 1789. Lascerà la Francia con il prevalere delle frange estreme, stabilendosi nel 1792 definitivamente a Pisa.
Resterà fino alla fine in ottimi rapporti con Thomas Jefferson. Ed è forse per aiutarlo che nel 1796 si presta a un giochetto “mediatico”. Jefferson gli scrive che gli ideali liberali e democratici in America sono in difficoltà perché sta tornando alla ribalta una nuova aristocrazia, Mazzei fa pubblicare la lettera in Europa (la Mazzei's letter) e ne nasce un caso internazionale. Jefferson diventerà presidente degli Stati Uniti nel 1801, Mazzei morirà a 86 anni il 19 marzo 1816.