Sindaco e vicesindaco scrivono una lettera ad Asl e Sds per chiedere costanti aggiornamenti sulle indagini ed esprimere il loro sostegno alle azioni intraprese. Il sindaco Marco Martini: «E’ pura crudeltà». Tra gli ospiti della residenza anche una cittadina poggese
In seguito ai fatti di cronaca emersi in questi giorni, riguardanti i maltrattamenti nei confronti di anziani avvenuti nella Rsa di Narnali, il sindaco Marco Martini e il vicesindaco e assessore alla Sanità Francesco Puggelli hanno inviato una lettera alla Asl e alla Società della Salute pratese per manifestare, a nome di tutta l’amministrazione, il loro sostegno alle azioni investigative intraprese dalla Direzione Sanitaria della Asl e la loro ferma condanna dell’accaduto. «Esprimiamo tutta la nostra condanna e lo sconcerto derivanti da questi fatti, che assumono una gravità inaudita – si legge nel testo». «Auspico che vengano presi provvedimenti molto seri nei confronti di queste persone – ha commentato poi il primo cittadino Marco Martini - . Non è ammissibile che operatori che dovrebbero svolgere il loro lavoro con amore e dedizione si approfittino della debolezza delle persone in difficoltà che sono loro affidate. E’ pura crudeltà. Da parte mia la condanna più assoluta della loro condotta».
Nella lettera sindaco e vicesindaco chiedono inoltre chiarimenti e di essere costantemente aggiornati sul corso della vicenda, in quanto tra gli ospiti della struttura c’è attualmente anche una donna di Poggio a Caiano ed altri cittadini poggesi vi sono transitati nel corso degli anni, per lo più in regime temporaneo. «Che la Direzione della ASL e la magistratura svolgano il loro compito di indagine fino in fondo, e nella massima trasparenza – ha commentato l’assessore alla Sanità Francesco Puggelli - . Chiediamo di essere tenuti al corrente sugli sviluppi delle indagini, a tutela di quegli anziani nostri concittadini che sono attualmente e sono stati in passato ospitati in quella struttura». «Da medico – ha aggiunto poi -, dico che ad ognuno di noi le persone affidano la cosa più preziosa che hanno: loro stesse. Qualsiasi professionista sanitario che si macchi di tali colpe dovrebbe essere non solo perseguito dalla legge ma essere allontanato a vita dalla professione».