Questa mattina si è tenuta nella sala consiliare del comune di Poggio a Caiano una conferenza stampa congiunta del sindaco di Poggio a Caiano Francesco Puggelli e quello di Carmignano, Edoardo Prestanti sul tema della riforma del 118 che rischia di indebolire eccessivamente la rete di emergenza-urgenza per i cittadini dei comuni medicei.
Un’ipotesi che i due sindaci non intendono accettare. Ipotesi che, tuttavia, sia da alcune dichiarazioni rilasciate dai vertici dell’Asl alla stampa, sia dai colloqui che i due sindaci hanno immediatamente avviato, sembra già smentita.
I sindaci Puggelli e Prestanti infatti hanno riferito di essersi immediatamente attivati con Asl e Regione in seguito alle indiscrezioni di stampa ricevendo rassicurazioni sul fatto che non è previsto alcun taglio dei medici sul territorio mediceo.
Ciò nonostante i due sindaci metteranno nero su bianco le loro richieste, pronti a difenderle in tutte le sedi poiché ciò che chiedono non è altro che l’applicazione della legge: “Le linee guida della delibera regionale 1.424 del 2022 (“per l’aggiornamento e l’armonizzazione del sistema regionale di emergenza sanitaria territoriale”) nell’ambito di una rimodulazione dei mezzi di soccorso - spiegano - prevedono comunque il rispetto di parametri precisi in merito alla dotazione dei mezzi presenti sul territorio e, nell’ambito di questi, comunque l’incremento delle ambulanze con infermiere a bordo oltre che dell’introduzioni di modelli evoluti come quello dell’automedica”.
“Ci rendiamo conto della necessità di una riforma per compensare la carenza dei medici ma non può avvenire sulla pelle dei cittadini e senza il coinvolgimento delle comunità locali, come previsto dalla stessa delibera regionale. Il nostro – aggiungono- è un territorio vasto ma è anche strategico allo stesso tempo per la particolare collocazione geografica al centro della piana. La presenza di un mezzo avanzato, per esempio, integrato ad altre soluzioni come l’automedica a Poggio a Caiano non solo deve essere salvaguardata ma anzi potenziata perché rappresenta una risposta oltre che per le colline medicee anche per le aree limitrofe ed in particolare modo la zona di Prato sud: basta pensare alla grande vicinanza tra frazione come Tavola o San Giorgio che sono più vicine a noi che all’ospedale”.
Dunque trasformare Poggio, e quindi l’area medicea, in snodo anche per quelle aree ad oggi ritenute critiche e che avrebbero più difficoltà ad essere coperte dalle altre postazioni previste nel resto della provincia. Questa la prima proposta dei due sindaci per i quali è imprescindibile il coinvolgimento nelle decisioni che riguardano la salute dei loro cittadini.
Ad entrare nel merito della riforma è stato Puggelli, medico di professione: “Ci siamo immediatamente attivati ieri dopo aver letto alcuni articoli di giornale che paventavano l’ipotesi del taglio dell’ambulanza con medico a bordo nel nostro territorio e fortunatamente abbiamo già ricevuto rassicurazioni che ciò non avverrà. Ciò detto, con Edoardo intendiamo andare avanti difendendo il diritto alla salute dei nostri cittadini e continuando a batterci per avere un livello di servizi adeguato. Non chiediamo nulla che già non sia previsto dalla legge regionale che fissa precisi parametri sia per quanto riguarda la dotazione di mezzi che per i tempi dei percorsi. Considerando la geografia del nostro territorio questi non potrebbero mai essere rispettatati. In caso di infarto o altre patologie tempo dipendenti i tempi fanno la differenza tra la vita e la morte. E non possiamo delegare un intervento cruciale come questo ai nostri volontari, che già fanno tantissimo ma non possiamo avvallare una organizzazione della sanità territoriale d’emergenza che chieda loro di più di quel che già fanno e li lasci da soli a gestire interventi e soccorsi che spettano e sono di competenza di medici e infermieri”.
Puggelli e Prestanti infatti non avrebbero nulla in contrario se l’ambulanza medicalizzata fosse sostituita con un’auto medica (“che per certi versi può essere anche un presidio ancora più funzionale ed efficace prevedendo a bordo sia medico che infermieri, a differenza dell’ambulanza dove c’è solo il medico”) o con un’ambulanza infermieristica in alcune fasce del giorno. Ma i due sindaci, compatti, non intendono lasciare sguarniti i propri comuni. “Se necessario arriveremo fino al Tar – ha aggiunto Prestanti -, non è mai piacevole quando ci si rivolge ai tribunali ma siamo pronti a tutto per tutelare e garantire il diritto alla salute dei nostri cittadini, soprattutto alla luce di una dislocazione geografica come quella del mio Comune”